L’abitato di Olera, al pari di quello di Brumano, sembra essere tra i più antichi insediamenti in muratura della bassa Valle Seriana. Nel 1228 dipendeva dal Comune di Zogno e nel 1471 da quello di Poscante. Fu Comune autonomo sino alla metà del XV secolo, come rilevato dagli Statuti di Bergamo datati 1260, 1331 e 1421. L'aggregazione di Olera a Poscante fu ostacolata dagli abitanti stessi, che nel XVI secolo rifiutarono la composizione dell'estimo con il Comune di Poscante e nel 1911 - 1912 iniziarono il movimento che portò al decreto n. 2507 del 31 dicembre 1925 con cui Olera fu staccata da Poscante ed aggregata al Comune di Nese. I motivi della separazione furono esposti da 45 capifamiglia di Olera in un ricorso presentato al Prefetto.
La posizione strategica forniva un riparo naturale dal brigantaggio ed era fornita dal torrente Diebra. L’affascinante impianto urbano presenta viottoli e scalinate costrette nei rustici muri delle case, campionario di murature in pietra sbozzata che riflette, nelle diverse declinazioni, l’uso sapiente dei materiali locali e l’evoluzione tecnica maturata nei secoli. Proprio per la maestria con cui i suoi abitanti sapevano tagliare le pietre, il nome di Olera era fin dall’antichità conosciuto in tutto territorio del dominio veneto. Sono diverse le testimonianze della presenza di maestranza residente ad Olera nei cantieri dei più signorili palazzi veneziani. La specializzazione non solo consegnò al borgo fabbricati ben costruiti di cui ancora oggi godiamo l’effetto scenico, ma consentì al borgo di fregiarsi di importanti opere d’arte. Ne è esempio il quattrocentesco polittico di Cima da Conegliano conservato nella chiesa parrocchiale dedicata a San Bartolomeo, tra i complessi pittorici più prestigiosi dell’intera provincia bergamasca. Fanno parte del ricco repertorio artistico bellissime opere di scuola veneziana provenienti, probabilmente, da donazioni di oleresi trasferitisi a Venezia.
L’importanza del centro è testimoniata dalla presenza di tre chiese, la più antica delle quali è quella dedicata alla SS. Trinità e tutti i Santi, detta anche Chiesa dei morti.
Il grazioso borgo alzanese negli ultimi anni è salito agli onori della cronaca grazie alla figura del beato fra Tommaso da Olera, al quale è dedicato un centro studi che raccoglie alcuni dei numerosi dipinti e sculture di artisti bergamaschi e non dedicati alla figura del frate.