La tenuta non possiede un giardino propriamente detto o chiaramente delimitato, ma come spesso accade nelle residenze di campagna vi è un anello di recinzione più prossimo all’edificio principale d’aspetto formale con vialetti in ghiaia, parterres, specie botaniche e arbustive non autoctone che gradatamente si stempera mescolandosi con la natura boschiva, spontanea, dell’intorno.
L’accesso alla villa avviene attraverso un portale chiuso da un cancello settecentesco, preceduto da due plinti con grandi vasi in pietra chiara provenienti dalla residenza costruita da Carlo Pesenti presso il Montecchio; Carlo era il nonno di Giuseppe Pesenti Calvi. A lato dell’ingresso è ubicata la rimessa che ancora ospita calessi e finimenti dei purosangue allevati da Pier Antonio Pesenti presso il Montecchio. Il vialetto in ghiaia compie il consueto anello per il giro delle auto e cinge sui due lati la villa, aprendosi in un ampio spalto alla testata nord ovest dove si ha la vista dei boschi verso Olera. Da qui, il viale prosegue in discesa verso il bosco e porta ad un angolo ben ombreggiato dove si trova una doppia vasca con acqua corrente naturale, punto essenziale per l’ecosistema e in particolare per la fauna anfibia locale. Le vasche sono cinte da strutture a “rocaille”, con frammenti architettonici antichi in pietra Arenaria di Sarnico (fusti di colonne, frammenti di capitelli e mensole) ed elementi scultorei eterogenei per età e provenienza.
Le specie botaniche sono diversificate, emergono i grandi cipressi, il filare di tigli che fiancheggia ad ovest la villa, gli esemplari di: Taxus baccata, Ilex aquifolium, pino marittimo, siepe informale, Lagerstroemia, magnolia, nespolo, melograno, sughero, ulivo e gruppi di ginestre. Scendendo verso il bosco abbiamo: un salice, un acero, frassini, faggi, castagni, rovere, noci, querce e abeti e a monte la grande quercia già indicata dal dott. Pesenti Calvi come una presenza antica del sito.
Dal marzo 2021 la villa, il giardino e le collezioni sono protette con vincolo di tutela ai sensi del Codice dei Beni Culturali.
Lungo la strada che collega Nese alle frazioni collinari è stata riportata alla luce la cava di pietra attivata dai Pesenti. Nota come località “Cargadura” fa parte delle pertinenze del Belvedere. I Pesenti avevano impiantato in questa zona le prime cave per l’estrazione dei calcari argillosi da cui ottenere i leganti idraulici e i cementi naturali, alla base del successo imprenditoriale della società di famiglia nata come Ditta Cementi e Calci Idrauliche f.lli Pesenti fu Antonio e successivamente divenuta Italcementi.