Luogo: via Piave, accanto alla fermata TEB “Alzano Sopra”.

Area privata posta sotto vincolo di Archeologia industriale. Al 2023 l’accesso all’edificio industriale orientale è stato interdetto in attesa della definizione di un nuovo proprietario. L’edificio occidentale è adibito ad abitazioni, uffici e laboratori.

Il Cementificio Italcementi

Il Cementificio Italcementi di Alzano Lombardo nasce come azienda familiare sotto il nome di Officina Pesenti per la produzione del Portland ed è noto anche all’estero per l’attività svolta e la conservazione dell’impianto produttivo originale, vincolato come Archeologia Industriale. Si può quindi definire “monumento del cemento”, sia per il ruolo avuto nello sviluppo di questa specifica industria in Italia e nel mondo, sia per la tecnica costruttiva impiegata; l’imponente fabbrica è stata infatti edificata impiegando quasi esclusivamente le materie prodotte al suo interno, dapprima calci idrauliche e poi cementi. La produzione dei cementi spaziava, tra gli altri, da quelli costruttivi “a rapida presa”, detti anche “uso Grenoble”, ai “cementini a lenta presa”, al “cemento bianco”, sino al moderno cemento Portland.

La cementeria di Alzano Sopra rappresenta un vero e proprio manifesto della fabbricazione del cemento naturale nelle sue molteplici qualità vito che la maggior parte degli stabilimenti italiani sorti per questa produzione sono stati in seguito demoliti o pesantemente trasformati per adattarsi alla fabbricazione del cemento artificiale. Con il termine cemento naturale si intende un materiale impiegato diffusamente in Italia almeno fino agli anni Trenta del Novecento, cemento ottenuto attraverso la cottura diretta di rocce di adeguata composizione chimico-mineralogica (nello specifico calcari marnosi, ossia con giuste percentuali di calcare e argilla).

L’officina da cementi come pure le Cartiere Paolo Pigna più a valle sorgono lungo il corso della Roggia Morlana, antico canale artificiale utile all’approvvigionamento d’acqua ed essenziale per la forza idraulica grazie alle turbine e, in seguito, alle centrali elettriche. Il grande stabilimento è tuttora composto da due corpi di fabbrica principali: dall’officina occidentale, talvolta impropriamente definita Moresco, completata entro il 1898 e dal vasto e intricato corpo orientale vero cuore produttivo riformato a partire dal 1896 e completato solo nei primi due decenni del Novecento. L’Officina occidentale ha un impianto lineare, interessato da torri corredate da una singolare cupoletta e l’elegante loggia posta verso il Fiume Serio, mentre l’officina orientale ha il tipico aspetto degli edifici produttivi dell’epoca. L’apparente aspetto unitario della fabbrica, con la suggestiva quanto singolare architettura, si deve alla regia di Cesare Pesenti e ad una serie incessante di addizioni, ampliamenti, sopraelevazioni che giungono sino agli anni Venti del Novecento. Gli ultimi interventi sono dei primi anni del secondo dopoguerra, tra questi la torre del Montacarichi Falconi, ma già a partire dalla Seconda Guerra mondiale la naturale obsolescenza della fabbrica la stava portando verso la chiusura a favore dei nuovi nuclei sorti al di fuori del comune di Alzano. Al suo interno si conservano per diverso tempo i ventotto forni da calce e i primi forni da Portland, come il tipo Palena, e la straordinaria batteria di dodici forni doppi modello Pesenti. I forni modello Pesenti si trovavano verso il fiume e la loro posizione è ancora riconoscibile grazie alle svettanti ciminiere, parte delle quali “mozzate” e inclinate a causa di cedimenti. Il corpo orientale ospita inoltre la vasta e suggestiva sala a colonne, una tettoia retta da sottilissime colonne e voltine in cemento semiarmato (ossia con limitatissimo uso di ferro in favore di una ottima qualità del cemento e della accurata messa in opera) deputata a proteggere le operazioni di scarico del cemento cotto nei silos sottostanti.

Attualmente l’Officina occidentale è sede di uffici e residenze private ottenute a seguito della ristrutturazione dei primi anni Duemila, mentre il corpo orientale è ancora privo di ridestinazione.

La Storia

Il ricco e secolare passato protoindustriale di Alzano, legato principalmente alla manifattura della lana, della seta e alla produzione della carta, si consolida e acquista nuovo slancio nella seconda metà del XIX secolo grazie all’avvio dell’industria dei leganti idraulici e al nuovo impulso offerto alle attività cartarie. Le Officine Pesenti prendono forma a partire dal 1883 grazie alla sinergia di competenze tra i fratelli Carlo, Pietro, Cesare, Daniele e Augusto Pesenti. Il padre Antonio era già da diverso tempo attivo ad Alzano Sopra nel campo della carta ed è proprio sul sedime della sua industria che si impiantata la fabbrica da cementi. In virtù di quanto appena detto, sul finire dell’Ottocento Alzano viene eloquentemente definita “grossa terra con aria di città e belle case” da Cesare Cantù e ricordata come una fiorente cittadina borghese, con numerose attività manifatturiere e industriali di rilievo. Le descrizioni successive indugiano molto sul cementificio, sulle “dense colonne di fumo che si alzano a spire dagli alti e numerosi camini”, sul “bianco spumeggiare dell’acqua che cade sulle turbine”, sull’”assordante girare dei meccanismi”, sui “molti fili aerei per comunicazioni telegrafiche e telefoniche, per trasporto di forza, di luce, di materiali”; in sostanza diventò in tempi brevi un attivissimo centro di produzione. Ruolo decisivo sul piano tecnico della produzione e della costruzione si deve all’ingegnere Cesare Pesenti, figura di assoluto livello nella cultura tecnica dell’epoca che aggiornò il ciclo tecnologico produttivo sui modelli francesi. Sempre Cesare sperimentò e modificò a vantaggio dell’efficienza produttiva la tipologia di forni verticali (forni da cemento su brevetto tedesco di Karl Dietzsch) e brevettò nuovi sistemi meccanici come le pulegge e le calandre. Sempre Cesare plasmò la struttura costruttiva della fabbrica a partire dai primi edifici realizzati in tecniche murarie tradizionali, sino ad arrivare alle strutture in cemento semiarmato realizzate e perfezionate tra la metà degli anni Novanta dell’Ottocento e i primi decenni del secolo successivo. Va segnalato che sono proprio questi gli anni in cui vengono introdotte in Italia le prime applicazioni del cemento armato, e Cesare Pesenti è fra i primi a coglierne le potenzialità e a divulgarne l’utilizzo attraverso un suo manuale edito a partire dal 1906. La “Ditta Cementi e Calci Idrauliche F.lli Pesenti” si espande e diventa Italcementi nel 1927. Ad Alzano resta viva per molti decenni la produzione del “Chiaro Alzano”, pregiato cemento di colore chiaro figlio del celeberrimo Cemento bianco prodotto in questa fabbrica dal 1894 su modello del francese Lafarge. L’obsolescenza progressiva della fabbrica alzanese nei confronti dei moderni stabilimenti Italcementi, sorti ad esempio a Civitavecchia e Rezzato, ha comportato dapprima lo spegnimento dei forni da calce idraulica (1948) quindi alla chiusura definitiva dei forni verticali da cemento (1968).

Nel 1970 la fabbrica viene spoliata dei macchinari, trasferiti negli altri stabilimenti Italcementi, e definitivamente abbandonata. Nel 1980, l’apposizione del vincolo di tutela monumentale sventa ipotesi di demolizione integrale, cristallizzando un importante testimonianza di storia industriale locale ed italiana.

Approfondimento: la famiglia Pesenti e l’ingegnere Cesare Pesenti

Dei dodici figli di Antonio Pesenti ed Elisabetta Bonometti sopravvivono all’infanzia solo i fratelli Carlo, Luigi, Pietro, Daniele, Cesare, Augusto e le sorelle Severina, Giglia e Maria.

CARLO PESENTI

Alla morte di Antonio il figlio maggiore, Carlo, ha solo quindici anni e viene richiamato ad Alzano dal collegio dove segue con il fratello Luigi studi commerciali. Carlo assume la direzione amministrativa e contabile dell’azienda svolgendo un ruolo essenziale anche a livello tecnico grazie all’incessante stimolo all’aggiornamento.

LUIGI PESENTI

Luigi si occupa principalmente della cartiera di Nembro. Sarà il figlio Antonio a partecipare attivamente nel campo dei cementi quando la società ha il nome di “Società Italiana-Fabriche Riunite” e continuerà sotto il nome di Italcementi. Antonio assume inoltre posizioni di rilievo anche in campo politico.

PIETRO PESENTI

Pietro, di grande cultura, dopo la laurea in medicina e chimica si dedica a diverse attività e coltiva interessi letterari ed artistici. In virtù delle sue cognizioni geologiche è artefice delle “scoperte” e delle prime analisi dei giacimenti calcarei che hanno stimolato l’avvio e la prosecuzione dell’attività cementiera.

DANIELE PESENTI

A Daniele Pesenti è invece attribuita un’innata intraprendenza imprenditoriale, consolidata come direttore (e proprietario) dell’altra grande industria alzanese, le Cartiere Paolo Pigna, in virtù del matrimonio con Giuseppina Pigna, nipote del fondatore dell’azienda l’ingegnere Paolo. Daniele è parte attiva sin dagli esordi di quella che è diventata l’Italcementi, contribuendo alla realizzazione dei primi forni da cemento in Nese.

CESARE PESENTI

L’impulso allo sviluppo della Società Pesenti sin dai primi anni Ottanta proviene dal contributo di Cesare, rientrato poco più che ventenne in Alzano nel 1883 con una laurea in Ingegneria Meccanica conseguita alla Scuola Politecnica di Aquisgrana. Seppur giovane, l’ingegnere è ricco di una considerevole esperienza acquisita durante tirocini e collaborazioni presso importanti industrie meccaniche dell’area mitteleuropea. Nelle fonti è ricordato come persona versatile, metodica, puntuale, rigorosa, estremamente feconda, votata alla risoluzione di problemi d’ogni natura. Artefice di una meravigliosa attività professionale, ha ruoli nel settore tecnico e ingegneristico e valica i confini locali e il settore puramente cementiero, è infatti pioniere degli impianti idroelettrici in Italia, direttamente coinvolto nelle principali esperienze industriali coeve come la Gregorini di Lovere e la società dell’ing. Luigi Magrini (poi Magrini-Galileo) di Bergamo e molte altre. Riveste cariche pubbliche ed onorifiche di rilievo, scrive saggi di natura tecnica, economica, sociale e culturale e sperimenta strutture in cemento armato proponendo un suo sistema specifico. Nel 1927 fonda la prestigiosa Scuola di Specializzazione per le Costruzioni in Cemento Armato – Fondazione Fratelli Pesenti presso il Politecnico di Milano. Muore nel 1933.

Assieme alla moglie Teresa Fenaroli fu persona estremamente generosa. Alla moglie si deve la costruzione del plesso ospedaliero di Alzano, intitolato appunto Ospedale Pesenti-Fenaroli.

AUGUSTO PESENTI

Augusto, ragioniere, si dedica all’amministrazione delle diverse attività Pesenti, affiancando specialmente Cesare e divenendo Direttore delle Officine, tra le altre, di: Alzano, Riva di Solto, Albino, Pradalunga.

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