Luogo: Via fratelli Valenti

L’edificio, di proprietà pubblica, è tutt'ora sede delle scuole elementari.

L’edilizia scolastica

Le scuole comunali Luigi Noris di Alzano sono un significativo prodotto del rinnovato clima civile e culturale che caratterizza l’Italia postunitaria. La lunga e tormentata vicenda legata alla loro costruzione riflette la maturazione della consapevolezza, nella comunità alzanese, dell’importanza di avere scuole rispondenti alle moderne esigenze didattiche, igieniche e di decoro. Prima della costruzione delle scuole, le lezioni si tenevano infatti all’interno degli ambienti di palazzi nobiliari riconvertiti. Dagli ultimi decenni dell’Ottocento sino agli esordi del nuovo secolo pressoché in tutti i comuni del territorio cominciano ad apparire nuove tipologie edilizie, frutto delle disposizioni legislative postunitarie. Scuole, ma anche banche, stazioni ferroviarie e teatri sono edifici oggetto di grande attenzione da parte della cultura tecnica dell’epoca poiché, a queste nuove strutture è riservato il compito di definire la città moderna tra Otto e Novecento. Nel 1901, l’amministrazione comunale incarica l’ingegnere municipale Gherardo Noli di avviare le prime riflessioni per la scelta della località adatta, ma il sito viene scelto solo nel 1907 e coincide con l’area adiacente alla chiesa di San Michele Arcangelo. Si colloca significativamente lungo viale Cavour (oggi via Roma), aperto nel 1879 per collegare i centri di Alzano Maggiore e Alzano Sopra, luogo dove si attestano i primi esempi di edilizia borghese e altoborghese.

Il progetto delle scuole risale al 1910, opera dell’ingegnere comunale Gherardo Noli prevede un impianto ad “U” con aule affacciate sui lati esterni e percorsi distributivi su quelli interni e riflette puntualmente, nella sua semplicità e funzionalità, i principi espressi dalle moderne teorie architettoniche per gli edifici scolastici. La direzione lavori è condotta dall’ingegnere Aristide Caccia, esponente di rilievo della cultura architettonica e urbanistica dell’epoca, coinvolto nella messa a punto del piano regolatore di Bergamo del 1900. Caccia modifica il progetto originario, migliorandolo.

La costruzione vede un largo impiego delle strutture in cemento armato e delle decorazioni in cemento artistico. La fine dei lavori risale al 1914. Si applicano, in questo edificio, i più moderni ritrovati nel campo degli impianti di riscaldamento e delle disposizioni igieniche e didattiche proprie dell’epoca. Non va inoltre dimenticata l’importanza del mobilio, che vede particolare attenzione verso l’ergonomia e la funzionalità. Le aule, come da usanza, contenevano: lavagne a due lati, calamaio per il maestro e calamai per gli allievi, quadro per la profilassi scolastica, carta dell’Italia, immagini del crocifisso, ritratti del Re, cubo scomponibile in otto cubi, tavola rappresentante l’interno del torace e l’addome, minerali assortiti, bussola per orientamento, tavole di scene campagnole, tavole di scene domestiche e educative. I documenti dell’epoca testimoniano inoltre la presenza di uno strumentario scientifico che comprendeva: livella a bolla d’aria, bollitore di Franklin, calamita a ferro di cavallo, disco di Newton, diapason su cassa armonica, Ludione o diavoletto di Cartesio, apparecchio per la dimostrazione dei fenomeni capillari.

Particolarmente interessanti è lo stile adottato per le facciate, un sobrio stile neorinascimentale con ricchi decori in cemento decorativo, di chiaro valore simbolico. Sul fronte principale spiccano infatti i tondi con i busti di quattro figure salienti per la storia di Alzano, Andrea Fantoni e Giovan Battista Caniana (attivi trra Sei e Settecento nella vicina Basilica di San Martino Vescovo), e per la storia dell’educazione in genere, Vittorino da Feltre e Niccolò Tommaseo.

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