Luogo: Via fratelli Valenti
L’edificio è di proprietà privata, sede della scuola dell’infanzia.
Luogo: Via fratelli Valenti
L’edificio è di proprietà privata, sede della scuola dell’infanzia.
Una delle novità introdotte dall’unificazione dell’Italia fu l’istituzione degli asili, originariamente luoghi per la custodia e formazione dei bambini delle famiglie disagiate. Nel 1879 il Consiglio Comunale di Alzano Maggiore decretò l’apertura di una di queste strutture presso il Municipio, che all’epoca aveva sede presso Palazzo Pelliccioli del Palazzo, accanto alla Basilica di San Martino Vescovo. Successivamente, nel 1895, l’asilo viene spostato presso l’Istituto di Carità San Giuseppe, ma ben presto gli spazi a disposizione si dimostrano inadeguati dato che all’interno della medesima struttura viene attivato un orfanatrofio (1917).
La soluzione al problema arrivò solo nel 1924, quando Achille Carsana nominò l’asilo erede del suo patrimonio, consentendo la realizzazione di un nuovo edificio costruito su un terreno di proprietà della stessa famiglia Carsana, posto accanto alle scuole comunali Luigi Noris erette dieci anni prima. L’Asilo Carsana fu costruito, seguendo il progetto dell’Ing. Luigi Angelini, su un elevato zoccolo in pietra a vista lavorata con l’obiettivo di garantire la massima salubrità dei locali per i bambini. Realizzato in cemento armato, è basato su una pianta rettangolare e i locali sono distribuiti secondo uno schema simmetrico con: un corpo centrale, contraddistinto da cinque ampie arcate e da un timpano di coronamento; due ali lievemente aggettanti, contraddistinte da una apertura rettangolare tripartita. Il corpo centrale ha un ulteriore piano coperto con tetto a padiglione, come il resto dell’edificio. Rigorosamente simmetrica è pure la disposizione interna degli ambienti, ampi e luminosi. Si accede all’edificio attraverso una scalinata in Arenaria di Sarnico che conduce ad un ampio atrio, da qui si accede alle aule dislocate nei due corpi laterali. Esteso è l’utilizzo di cementi decorativi, impiegati per la realizzazione di colonne, cornici delle finestre, pavimenti ed altri elementi architettonici. Nel seminterrato erano collocate la cucina e la mensa, mentre al primo piano erano stati sistemati i vani dell’amministrazione, l’archivio e un alloggio. Nel 1938 l’edificio fu ulteriormente ampliato su progetto dell’Angelini, con l’aggiunta di nuove aule e spazi creativi ai piani superiori, locali per lo stoccaggio di legna e carbone nel piano seminterrato. L’asilo è dotato di un giardino, con aiuole dall’impianto classicheggiante.
Luigi Angelini è stato protagonista della cultura architettonica bergamasca della prima metà del XX secolo. Laureatosi in Ingegneria al Regio Istituto Tecnico Superiore (poi Politecnico) di Milano nel 1907, lavorò a Roma tra il 1909 e il 1911 nello studio dell'architetto Marcello Piacentini, con cui collaborò a partire dal 1921 nella direzione ai lavori del nuovo centro della città bassa di Bergamo. Grande conoscitore degli aspetti costruttivi e stilistici, ha progettato ben 34 edifici civili, 66 edifici pubblici, due edifici industriali, 72 edifici funerari (tombe, cappelle e cimiteri), 35 chiese, 21 campanili, 32 restauri e ristrutturazioni, 20 ampliamenti di chiese. Il progetto che gli diede fama a livello nazionale è il Piano di Risanamento di Bergamo Alta, approvato nel 1935 dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici; tra i primissimi esempi in Europa di attenzione nei confronti dei centri storici. Appassionato ricercatore e instancabile disegnatore, ad Angelini si deve anche una notevole produzione pubblicistica costituita da oltre seicento titoli. Studiò architetture prestigiose, ma celebri sono anche i disegni e le raccolte dedicate all’architettura tradizionale urbana e rurale del territorio bergamasco. Grazie alla sua opera abbiamo oggi testimonianza di numerosi luoghi perduti o radicalmente trasformati. Il rapporto con la città di Alzano fu molto stretto. Il suo nome viene associato ad opere come: la chiesa Parrocchiale di Alzano Sopra, l’asilo Carsana, la Cappella gentilizia di Carlo Pesenti, il monumento ai Caduti in Piazza Italia, l’arredo per la sala consiliare del Municipio di Alzano Lombardo, il grande oratorio femminile (demolito).